L'ascesa Del Prode by Morgan Rice

L'ascesa Del Prode by Morgan Rice

autore:Morgan Rice [me]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Morgan Rice
pubblicato: 2015-05-31T00:00:00+00:00


CAPITOLO DICIASSETTE

Kyra fissava il bifolco che le si trovava di fronte, quello straniero con la fronte bassa, il corpo massiccio e gli occhi neri che sorrideva in modo raccapricciante mostrando i denti affilati.

“Non hai nessuno a proteggerti,” le disse. “Non combattere: sarà solo peggio per te.”

Kyra si sforzò di respirare, di concentrarsi raccogliendo tutta l’intensità che le occorreva in battaglia. Dentro di lei il cuore martellava, il fuoco le scorreva nelle vene mentre si preparava al confronto della sua vita.

“Se c’è qualcuno che ha bisogno di protezione,” rispose coraggiosamente, “quello sei tu. Ti darò una possibilità di levarti di mezzo prima di insegnarti di cosa siano fatti quelli di Escalon.”

L’uomo la guardò sbattendo le palpebre in uno scioccato silenzio.

Un attimo dopo si mise a ridere, un suono brutto e roco, accompagnato da tutti i suoi uomini.

“Sei coraggiosa,” le disse. “Questo va bene. Sarà più divertente. Potrei anche prenderti come schiava personale. Sì, gli uomini della mia nave potranno avere un bel giocattolino. I viaggi in mare sono così lunghi a volte.”

Kyra provò un brivido mentre l’uomo la guardava dalla testa ai piedi.

“Dimmi una cosa,” le disse. “Siamo in dieci e voi siete in due. Cosa ti fa pensare che sopravviverai?”

Un’idea iniziò a formarsi nella mente di Kyra: era rischioso ma non aveva scelta. Voltò lentamente la schiena all’uomo, determinata a prenderlo alla sprovvista e a mostrargli che non aveva paura.

Kyra, con il cuore martellante, sperando che non le saltasse addosso alle spalle, si voltò verso l’oste, guardò i sacchi di cibo posati sul bancone e con la coda dell’occhio diede un’occhiata d’intesa a Dierdre allungandosi lentamente ad afferrarne uno.

“Sono nostri questi?” chiese all’oste con noncuranza.

L’uomo annuì con aspetto spaventato, sudando.

“Basta quello che ho pagato?” chiese.

L’oste annuì di nuovo.

“Ragazza,” abbaiò lo straniero alle sue spalle, irritato. “Stai per essere presa prigioniera a vita e ti preoccupi del tuo cibo? Sei impazzita?”

Kyra sentì il fuoco crescerle dentro, stava per esplodere ma si sforzò di rimanere radicata al suo posto aspettando il momento giusto. Dandogli la schiena gli parlò: “Non sono una ragazza,” rispose. “Ma una donna. E quelli che danno per scontato di vincere solo perché sono maschi, più robusti, in maggioranza rispetto alle loro vittime, sembrano dimenticarsi la cosa più importante in battaglia.”

Seguì un lungo silenzio e finalmente l’uomo chiese:

“E cosa sarebbe?”

Kyra fece un respiro profondo e si irrigidì sapendo che era giunto il momento della verità.

“Sorpresa,” disse con tono inespressivo.

Rapidamente ruotò sempre tenendo il sacco ben stretto in mano e lo scagliò con tutta la sua forza. Così facendo il sacco si aprì e la granaglia volò in aria sparpagliandosi sugli occhi dei suoi aggressori.

Gli uomini gridarono portandosi le mani agli occhi in quella tempesta di sabbia, tutti temporaneamente accecati, mentre Dierdre, seguendo la guida di Kyra, fece lo stesso e fece ruotare l’altro sacco disegnando un ampio arco in aria e accecando il resto degli uomini. Accadde tutto così rapidamente, prima che gli uomini presi alla sprovvista potessero reagire. Chiaramente non avevano previsto una mossa del genere.

Senza esitare Kyra



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